domenica 5 dicembre 2010

"POSTURA E BENESSERE", campagna di prevenzione sanitaria nell'ambito scolastico

Sabato 27 novembre 2010 si è svolta la campagna di prevenzione sanitaria nell'ambito scolastico, dal titolo "POSTURA E BENESSERE".
Questo evento si è potuto realizzare grazie all'interessamento dei LIONS di Toritto, che ci ha consentito ( mi riferisco ai Posturologi dell'Associazione Posturologi Europei) di analizzare la postura di circa 100 bambini di 5°elementare della scuola  Alessandro Manzoni di Toritto. Lo screening posturale, eseguito da 13 Posturologi, è stato concentrato sull'apparato visivo, su quello masticatorio, sulla verticale di Barrè e sui piedi. I genitori hanno compilato l'anamnesi e firmato il consenso informato e sono stati preventivamente istruiti sulla necessità e sulle modalità di esecuzione di questo screening. All'incontro preliminare con gli stessi, lo scetticismo si poteva toccare con mano; pochi erano quelli che non trovavano strano farci vedere e fotografare i propri figli in costume da bagno mentre  nessuno sapeva che una visita posturale completa prevede indagini su occhi, vestibolo, bocca, verticale di Barrè e piedi. Illustrate le ripercussioni che questi distretti potrebbero avere sul controllo posturale, lo scetticismo è svanito nel nulla lasciando il  posto ad un marcato entusiasmo ed al rammarico di non poter estendere ad altri bambini quest'indagine. E' stato un successo, hanno aderito tutti !
Ringrazio, a nome anche dei miei colleghi posturologi (Maria Ostuni, Silvana Centonze,Vito D'Addabbo, Angelo Quarato, Massimo Meli, Antonio Giunto, dott. Ciro Arcadio, Emanuele Moccia, Nicola Ferrari, Rocco Bochicchio, Rocco Stano, Stefano D'Addabbo) il presidente dei Lions, dott. Michele Spadafino, il dirigente scolastico, la vicaria, i collaboratori scolastici, le insegnanti e tutte le mamme che hanno collaborato a rendere quest'esperienza unica.
Non potendo contare su finanziamenti regionali ( viste le condizioni della sanità in Puglia!) spero che qualche benefattore si faccia carico di questa iniziativa al fine di poterla estendere ad altre scuole .

ECM NON PIU' OBBLIGATORI PER OTTICI

La Commissione Nazionale per la Formazione Continua in occasione della riunione del 14 luglio u.s., sulla base di uno specifico quesito di una associazione di odontotecnici, ha chiarito che ai sensi del d.lgs 502 del 1992 e della legge 43 del 2006 gli operatori sanitari destinatari dell’obbligo di aggiornamento nel sistema di formazione continua in medicina sono: “le professioni sanitarie”; conseguentemente non sono destinatari dell’obbligo gli operatori afferenti alle arti ausiliarie delle professioni sanitarie (r.d. 31 maggio 1928 n. 1334 artt. 1,11 e 12; l. 19 luglio 1940 n. 1098).
Fonte:Age.na.s. ECM

domenica 26 settembre 2010

NUOVO INDIRIZZO

Studio Optometrico Dott. Francesco Paolo Lenti
Via Verdi,23
74017 Mottola (Ta)


Il Dott. Lenti riceve per appuntamento il martedì, mercoledì,giovedì.
Tel. 3471195486

NOTA INFORMATIVA:
Lo studio Optometrico del Dott. Francesco Paolo Lenti non svolge attività Medico-Oculistica

domenica 16 maggio 2010

EMMETROPIA E VIZI RIFRATTIVI - Introduzione


Dal punto di vista rifrattivo la condizione dell'occhio viene valutata in base alla necessità di ricorrere ad una correzione ottica, oppure no.
Le valutazioni vengono fatte per l'occhio che guarda lontano, teoricamente all'infinito.
Il fatto che la distanza minima dalla quale sia stato fatto iniziare l'infinito ottico sia stata fissata in 4 metri non è stata suffragata dalla valutazione oftalmica, proprio perché non si trova una corrispondenza soddisfacente nell'atto visivo, essendo la visione un atto così complesso da richiedere l'utilizzo di un certo numero di variabili.
Di certo vi è che, osservando a 4 metri si commette un errore che risulta di 0,25 D, vale a dire l'inverso di 4 metri.

    1/4 = 0,25 D

Come tolleranza sembra un po' grossolana o, per lo meno, non applicabile a tutti gli occhi.
Il valore diottrico così trovato indica che un miope di 0,25 D avrà a fuoco sulla retina l'immagine di un oggetto (ad esempio una lettera dell'ottotipo)  posto a 4 metri e vedere perciò nitidamente a quella distanza anche se, andando oltre, le immagini degli oggetti inizieranno ad apparire lievemente sfuocate; mentre un emmetrope, per portare a fuoco sulla retina del suo occhio, e perciò vedere nitidamente, l'immagine dello stesso oggetto posto a 4 metri dovrà esercitare uno sforzo accomodativo di 0,25 D.
Appare chiaro come un ipermetrope che già deve neutralizzare la sua ipermetropia per portare a  fuoco sulla retina l'immagine di un oggetto posto all'infinito, osservando a 4 metri deve aggiungere un ulteriore sforzo accomodativo.
Successivamente vedremo con maggiori dettagli le varie condizioni rifrattive dell'occhio.

domenica 2 maggio 2010

SCUSATE L'ASSENTEISMO

Cari amici, che seguite il mio blog, scusate l'assenteismo, purtroppo è un periodo pieno di impegni lavorativi, prometto di ritornare molto presto, con nuovi interessanti argomenti che riguardano l'optometria e non solo, pazientate un pò.
Ringraziandovi anticipatamente per l'attenzione che mi riservate, vi saluto cordialmente.

domenica 21 marzo 2010

Screening dell'Ass.P.E.

Si è svolto ieri, presso la scuola elementare De Amicis di Grottaglie, lo screening organizzato dall'Ass.P.E. (Associazione Posturologi Europei), maggiori dettagli sull'evento le troverete prossimamente su questo blog.

domenica 14 febbraio 2010

CENNI SULLA VISIONE BINOCULARE 3°PARTE - fusione e stereopsi

FUSIONE
La parte sensoriale del potere di fusione è dovuta ad un processo psichico che rinisce in una singola impressione visiva le due immagini di un oggetto che si formano su parti corrispondenti delle retine. Si ha allora una fusione sensoriale.
Il fatto che, anche portando gli assi visuali ad essere paralleli tramite intervento chirurgico, non si ottiene la fusione nemmeno in quei casi di eterotropia prima alternante, ha portato alla ricerca di un centro cerebrale della fusione, il quale sarebbe assente nei casi menzionati. Nessun fatto di ordine fisiologico, o anche patologico, ha potuto convalidare la presenza di un tale centro. Si è potuto dimostrare invece che l'assenza di fusione, anche dopo intervento chirurgico, è determinata da una chirurgia troppo tardiva, giacché operando più precocemente è possibile ottenere, anche se non sempre, la capacità di fusione. La mancanza di potere fusionale va quindi ricercata in un imperfetto sviluppo delle vie di coordinamento cerebrale, conseguentemente alla deviazione oculare.

STEREOPSI
La sensazione di profondità si ottiene sfruttando vari fattori, che possono essere acquisiti con l'esperienza o essere innati. Fra questi fattori possiamo considerare quelli:
  • Monoculari, come la grandezza relativa degli oggetti, la prospettiva lineare, il movimento relativo degli oggetti o dell'osservatore che sfrutta la parallasse, luminanza o contrasto diverso, ecc.
  • Binoculari, come la parallasse binoculare o stereopsi.
 Questa stereopsi sfrutta il fatto che, in visione binoculare, sono visti singoli non solamente gli oggetti posti sull'oroptero, ma anche altri che stanno davanti o dietro di esso, ovviamente nelle sue vicinanze. Per questi punti, si ha ancora fusione, anche se le loro immagini sulle retine non si formano su elementi esattamente corrispondenti.
L'insieme di tutti questi punti forma nello spazio la cosiddetta area di PANUM, anche se in realtà si tratta di un volume e non di un'area.
L'area di PANUM non ha un'estensione costante; è molto più stretta nella regione del punto fissato che non nelle regioni periferiche.
Le due immagini retiniche sono leggermente dissimili perchè, mentre l'occhio destro vede, maggiormente la parte destra di un oggetto, l'occhio sinistro vede maggiormente quella sinistra. Le due immagini vengono ugualmente fuse, sfruttando l'area di PANUM.
La stereopsi è quindi creata dalla lieve disparità con cui sono osservati gli oggetti purché siano compresi nell'area di PANUM.

domenica 24 gennaio 2010

CENNI SULLA VISIONE BINOCULARE 2°PARTE - Oroptero/diplopia fisiologica



Quando gli occhi fissano un punto, non solo il punto fissato viene visto singolo, ma anche gli altri punti disposti su una circonferenza posta nello spazio visivo.
Questa circonferenza è detta OROPTERO. Essa è determinata dal punto di fissazione e dai 2 punti nodali degli occhi (fig.1).
In realtà, si constata che l'oroptero varia a seconda della distanza del punto di fissazione dell'osservatore.
Molto spesso si osserva che:
  • Per oggetti vicini, si ha un oroptero che presenta la concavità verso l'osservatore.
  • Per oggetti più lontani, ad una certa distanza l'oroptero diventa una linea retta.
  • Per oggetti lontani, l'oroptero presenta addirittura la convessità verso l'osservatore (fig.2).
La forma dell'oroptero è inoltre influenzata da altri fattori, quali ad esempio il garado di illuminazione, il contrasto fra gli oggetti da fissare, lo sfondo ecc.
tutti i punti situati fuori dall'oroptero sono percepiti doppi perchè le loro immagini si formano sulle due retine in punti non corrispondenti (punti retinici disparati).
L'immagine di un punto in queste condizioni viene proiettata nello spazio in due direzioni diverse, cioè lungo due diverse linee di direzione, dando origine ad una diplopia, detta diplopia fisiologica (fig.3).
La diplopia è omonima se il punto è più lontano dell'oroptero; è invece crociata per un punto più vicino.
Questa diplopia si manifesta sempre durante la visione, per tutti gli ggetti che sono fuori dall'oroptero; tuttavia essa non reca disturbo, e di solito non viene neppure avvertita perchè l'attenzione del soggetto si concentra sull'oggetto fissato e tramite fenomeni di soppressione (che si manifestano soprattutto nell'eventuale occhio non dominante), trascura le immagini degli oggetti visti lateralmente, anche perchè le parti periferiche di retina portano a scarsa acuità visiva.
La diplopia fisiologica si può mettere facilmente in evidenza portando gli indici delle mani davanti agli occhi, verticalmente nel piano mediano della testa e ad una certa distanza l'uno dall'altro (30-40 cm). Se si fissa una delle due dita, l'altra appare doppia; la diplopia è omonima se si fissa il dito più vicino, crociata se si fissa quello più lontano.





Fig. 1 - Rappresentazione del cerchio di Vieth - Muller detto anche Oroptero, essendo infatti l'oroptero il luogo, dei punti oggetto nello spazio, che stimola simultaneamente punti corrispondenti sulle retine dei due occhi, in certe condizioni di fissazione binoculare.




Fig. 2 - Possibili variazioni nella forma, nel piano fronto-parallelo apparente, al variare della distanza di fissazione. Si ricorda che il piano fronto-parallelo è un tipo di oroptero empirico, ed è basato sul criterio che tutti i punti appaiono giacere nel piano fronto-parallelo contenente il punto di fissazione.





Fig. 3 - Rappresentazione schematica del meccanismo della diplopia fisiologica. Se i due occhi accomodano e convergono sulla mira A, le relative immagini si formano sulle macule in a, con conseguente percezione singola della mira. In queste condizioni ciascuna mira posta oltre (C) o davanti (B) di A si avrà la sua immagine sulla retina di ciascun occhio all'interno (cc) o all'esterno (bb) della macula, ne consegue diplopia omonima per C e crociata per B.



CENNI SULLA VISIONE BINOCULARE 1°PARTE - Punti corrispondenti



Un oggetto fissato dai due occhi viene visto singolo anche se sulla retina di ciascun occhio si forma un’immagine separata e indipendente da quella dell’altro occhio.
Questo fenomeno si dice fusione delle immagini.
In visione monoculare sappiamo che, se un oggetto (punto raggiante) viene fissato, la sua immagine, per un occhio normale, viene a formarsi sulla fovea.
Se un altro oggetto (punto raggiante) viene posto, ad esempio, a sinistra del precedente, la sua immagine viene a formarsi in un punto situato a destra della fovea.
Lo stesso fenomeno avviene in visione binoculare. Un oggetto (punto raggiante) posto a sinistra, nel campo della visione binoculare, forma la sua immagine su una parte tempiale dell’occhio destro e una parte nasale di quello sinistro e viene percepito come un punto singolo localizzato nella parte sinistra del campo della visione binoculare.
Si può quindi dire che ogni impressione visiva è associata a una determinata direzione nello spazio visivo, direzione che è data dalla retta congiungente l’elemento retinico stimolato con il punto nodale dell’occhio corrispondente (legge dell’identica direzione visiva di HERING).
L’oggetto (punto raggiante) viene percepito come un unico punto anche se, in visione binoculare, da origine a 2 immagini, perché ad ogni piccolissima zona della retina di un occhio, ne esiste un’altra nella retina dell’altro occhio che ha la stessa direzione visiva della prima.
Queste zone retiniche, che hanno una comune direzione visiva, sono dette elementi o punti retinici corrispondenti.
Le foveole sono punti retinici corrispondenti e vengono detti punti corrispondenti principali. Tutti gli altri punti corrispondenti sono equidistanti dalle 2 foveole e sono detti punti corrispondenti secondari e danno origine alla stessa direzione soggettiva.
L’esistenza dei punti retinici corrispondenti costituisce la base della visione binoculare.


sabato 16 gennaio 2010

ACUITA' VISIVA


L'acuità visiva è una funzione molto complessa che consiste:
  1. il minimo visibile.
  2. il minimo separabile.
  3. il minimo risolvibile (l'acuità comunemente intesa).
Il minimo visibile consiste nella capacità di cogliere la presenza o meno di uno stimolo visivo.
Il suo valore di soglia è solo 1 sec. d'arco.
il minimo separabile riguarda il giudizio sulla localizzazione in una mira visiva di un elemento rispetto ad un altro.
La soglia del minimo separabile è stimata in soggetti normali in solo 2-10 sec. d'arco.
Il minimo risolvibile è definito anche come "acuità visiva comune", cioè la capacità, di determinare la presenza o di distinguere tra più di un carattere identificante una mira visiva.
La soglia del minimo risolvibile va da 30 sec. a 1 min. di arco.
Quando si esamina l'acuità visiva con le lettere di Snellen o mediante ottotipi con numeri, con figure, anelli di Landolt o con le E per analfabeti, si chiede al paziente di dire il nome degli oggetti test o di specificare un particolare critico di essi.
Questi test sono disegnati per presentare un oggetto o una serie di oggetti con una dimensione critica di 1 min. di arco quando sono visti a una distanza standard (6 metri).
Pazienti che non sono in grado di riconoscere questi oggetti alla distanza standard vengono esaminati adoperando oggetti progressivamente più grandi, con una dimensione critica di 1 min. di arco a distanze superiori (per esempio a 12m., a 15m., o 60m.).
Si dice quindi che un occhio con visione inferiore a quella standard ha una visione di 6/12, 6/15 o 6/60.
Molti soggetti hanno una visione superiore a quella standard in almeno un occhio, per esempio una visione di 6/4.5 o 6/3, che sta ad indicare che essi sono in grado di riconoscere oggetti che alla distanza standard hanno dimensioni critiche inferiori a 1 min. di arco.
Quindi non è opportuno definire normale una visione di 6/6, ma piuttosto come visione standard.
Inoltre, il riconoscimento migliora quando il soggetto può usare entrambe gli occhi.
L'acuità visiva binoculare, così come è determinata con i test clinici, è migliore dell'acuità visiva monoculare.
Le ragioni di ciò sono complesse e non molto chiare.
Il compito del riconoscimento è molto complesso  e senza dubbio comprende la risoluzione e la localizzazione, senza le quali non ci potrebbe essere alcun riconoscimento.



martedì 5 gennaio 2010

RIPRESA LAVORI

Ancora qualche giorno di riposo prima di riprendere a pieno regime l'attività lavorativa.
Il prossimo post è previsto per il giorno 10/10/2010.
Nel frattempo, ancora auguri di buon anno.